Denzel Washington a Roma presenta il thriller The Equalizer
L'attore è in Italia insieme al regista del film Antoine Fuqua.
Con il comfort e l’informalità di una T-shirt blu, un paio di jeans e sneakers ai piedi,
Denzel Washington si presenta ai giornalisti italiani per la
promozione del thriller The Equalizer - Il
vendicatore, diretto da Antoine Fuqua e in uscita
nelle sale il 9 ottobre. Nella conferenza stampa di circa mezz’ora, l’attore non potrebbe
essere più a suo agio. Forse troppo, avrà mentalmente protestato qualcuno. Con un’aria
sorniona che ricorda quella sfoggiata dal suo personaggio in alcuni momenti di
Flight, Washington non si pone il
problema di rispondere con semplici “Yes”, “It’s possible” o “It’s a movie”, di fronte
domande impegnative come i paralleli tra i russi mafiosi del film e i rapporti attuali tra USA
e Russia. Il suo sorriso è interpretabile in “sono ormai troppo furbo per darvi in pasto
la mia opinione su delicate questioni di geopolitica” oppure in “oggi sono in
modalità relax e così voglio restare”. Non si può dargli torto se pensa che i media
bramino per cavare dagli attori pensieri personali su argomenti d’attualità, per garantirsi
titoli di richiamo degli articoli o perché parlare solo di cinema è "superficiale".
Washington interpreta un ex agente della CIA che ha cambiato
vita, ha una nuova identità e un lavoro di store manager in un grande magazzino di
bricolage. La sua destrezza nell’uccidere i cattivi riemerge quando una giovane prostituta
che conosce appena è picchiata brutalmente dai suoi protettori russi. “Quando mi è arrivata
la sceneggiatura l’aspetto ossessivo-compulsivo del mio personaggio non c’era” spiega
l’attore. “L’ho sviluppato io pensando che fosse un tizio con dei traumi e si sentisse in colpa
per la morte della moglie. Mi sono immaginato che avesse il caos nella testa e che la
metodicità nello spostare le posate, mettere le bustine da tè dentro tovaglioli piegati, fosse
l’ordine di cui aveva bisogno per mantenere il controllo”. Senza diventare improvvisamente
prolisso, Washington dà più sostanza alle risposte parlando
strettamente di The Equalizer. Il suo carisma è fuori
discussione, tanto sullo schermo quanto di persona, soprattutto quando ammette di non
prendere sul serio se stesso, ma di prendere molto sul serio il suo lavoro. “Non per tutti è
facile trovare i soldi per andare al cinema e se la gente viene a vedere un mio film voglio
che si goda un bello spettacolo, per questo ci metto tutto me stesso in quello che faccio”.
Ammicca ma non abbocca, Denzel. Dalle altre brevi dichiarazioni
rilasciate, fa sapere che “non guardo molti film, preferisco lo sport”, “ho fatto boxe per
vent’anni, non ho bisogno di prepararmi per un film d’azione”, “se ciascuno di noi tendesse
la mano verso l’altro per aiutarlo, non ci sarebbero vendette al mondo” in riferimento e in
contrasto al suo vendicativo personaggio. Ma di fatto quello è solo un film, è
intrattenimento, come ribadisce più volte, la cui cosa più importante è lo script. A tal
proposito, tra le tante buone sceneggiature capitategli tra le mani, rimpiange di averne
rifiutate un paio che si sono rivelate ottimi successi. Per
Seven di David Fincher gli fu offerto il
ruolo del giovane poliziotto, che com’è noto andò a Brad Pitt, “ma dissi
di no perché il film mi sembrava troppo spietato… ora mi proporrebbero la parte di
Morgan Freeman”. L’altra rinuncia è stata quello per
Michael Clayton, interpretato poi da George
Clooney con tanto di nomination all’Oscar, “perché non ero convinto della regia
nelle mani di un esordiente, Tony Gilroy, che poi ha fatto un ottimo
lavoro”.
Nell’incontro successivo, più loquace è stato Antoine Fuqua. A tredici anni da
Training Day, che valse l’Oscar per Denzel
Washington, Fuqua è tornato a dirigere l’attore con il timore
di non sapere se il rapporto sarebbe andato bene come l’ultima volta. “Era passato molto
tempo da allora e comunque io sono uno sempre nervoso nel primo giorno delle riprese,
devo trovare il ritmo giusto di lavoro con il cast e la troupe”. A riprova del fatto che sia
andata bene, è lo stesso regista a rivelare che dirigerà nuovamente
Washington già dal prossimo film, un western, il remake de
I magnifici sette. Si tratta di una sorta traguardo per
Fuqua essendo stato fin da piccolo un grande appassionato di
Sergio Leone. “Amavo il suo stile, realizzava film in maniera
eccezionale nonostante non capissi all’epoca come faceva il cinema. Trovavo bello il fatto
che, sebbene il protagonista fosse un pistolero, alla fine facesse sempre la cosa giusta”.