Dall'alto di una fredda torre: il regista, Edoardo Pesce e Vanessa Scalera parlano del film su una scelta impossibile
Dopo l'anteprima alla Festa del cinema di Roma, arriva in sala il 13 giugno Dall'altro di una fredda torre, opera prima del regista teatrale Francesco Frangipane, che abbiamo incontrato assieme a due dei protagonisti, Edoardo Pesce e Vanessa Scalera.

Arriverà al cinema il 13 giugno Dall’alto di una fredda torre, opera prima per il cinema di Francesco Frangipane, attore e regista teatrale, dal 2008 direttore artistico del teatro di ricerca Argot Studio di Roma, che ha già diretto sul palcoscenico l’attrice Vanessa Scalera in questo dramma esistenziale scritto da Filippo Gili, parte di una trilogia col precedente Prima di andar via (poi diventato un film diretto da Michele Placido) e L’ora accanto. Come lui stesso ci ha raccontato, la storia era in realtà nata come una sceneggiatura e quindi non si tratta in senso stretto della trasposizione cinematografica di un testo teatrale. Lo dimostra la bellissima ambientazione nelle campagne autunnali umbre, come il fatto che le uniche scene in interni siano quelle in ospedale e nei pranzi domenicali della famiglia protagonista.
Ma di cosa parla questa storia paradossale? Il titolo rimanda al celebre gioco “chi butteresti giù dalla torre?”, solo che in questo caso non c'è niente di divertente. Elena e Antonio, due fratelli gemelli, vivono in simbiosi, adulti ma mai veramente cresciuti, figli a loro volta di una coppia borghese senza parenti stretti. Vivono un una specie di bolla, soli, con la passione per il cavallo Dario e la campagna lui e la scuola di nuoto per bambini lei. La loro vita cambia drammaticamente quando scoprono che entrambi i genitori soffrono, per una singolare coincidenza, di una grave sindrome che richiede un espianto da parte di un donatore compatibile. Inizialmente speranzosi, i due cadono nella più nera disperazione quando vengono a sapere che solo Elena è donatrice compatibile e dunque si può fare una sola operazione: quale genitori riceverà il dono della vita e quale verrà condannato? Un dilemma che porta con sé una serie di conflitti, che esplodono all’insaputa, almeno iniziale, dei genitori.

Vanessa Scalera riprende il ruolo di Elena, scritto per lei a teatro, mentre Edoardo Pesce – di cui la collega loda “il talento furente”, è Antonio. I genitori sono interpretati da altri due grandi attori, Giorgio Colangeli e Anna Bonaiuto. Vanessa Scalera, che interpreta un altro personaggio impulsivo, forte in apparenza, che a tratti sembra perfino crudele, così spiega il suo penchant per le donne non rassicuranti:
"Dipende dal fatto di avere certe caratteristiche morali e fisiche, se azzecchi un personaggio è perché gli hai donato gran parte di te. Diciamo che io non sono un’ acqua cheta, devo pensare per stare calma, poi se indovini un personaggio te ne offrono quasi sempre altri con le stesse caratteristiche. Ma io sono felice di fare questo tipo di personaggi. Filippo Gili l’ha scritto anche pensando a me. Fino ad ora non mi è stato mai offerto un ruolo in minore, sarei molto felice di fare una donna mite in un film. Mi piacerebbe anche un po’ cambiare, ma mi ritrovo in queste donne non mansuete". Edoardo Pesce, notoriamente più timido nel parlare in pubblico, ha apprezzato del film questi “due personaggi non risolti, in un senso se vogliamo anche bello. Per me è anche un film sulle dipendenze affettive, in una famiglia non disfunzionale". E’ la prima volta che i due attori lavorano insieme ma l’alchimia, dichiarano entrambi - e si vede - è stata immediata. La loro credibilità è totale come fratelli che sono quasi una coppia e che, come dice Frangipane, si ritrovano "come adolescenti di fronte a una montagna impossibile da scalare". Il regista aggiunge di aver avuto: “un’estrema fortuna nell’esordire al cinema con attori di questo livello, io ci credo che questi due siano fratelli gemelli, hanno lavorato su delle complicità intime e sotterranee”.

Ultimamente abbiamo visto Edoardo Pesce alle prese con ruoli che sembrano mostrare il suo lato più vulnerabile (come in El Paraìso, appena uscito al cinema). Così l’attore romano prova a spiegare la sua adesione a questi personaggi: "Sto cercando di approfittare di questi ruoli che mi hanno proposto perché ho bisogno di aprirmi su certe cose, sono un po’ anaffettivo e per questo indosso la maschera del giocoso e del guascone, che mi aiuta a tenere i sentimenti a distanza. Questi film mi danno la possibilità di tirare fuori queste cose che nella vita non riesco a esprimere Ho apprezzato molto la delicatezza di scrittura del film". Nella versione teatrale il personaggio di Antonio era diverso, e a interpretarlo era Massimiliano Benvenuto (che nel film è Marco, uno dei due medici, con Elena Radonicich, che cercano di ottenere la scelta dai fratelli). E’ stato Edoardo Pesce a dargli un’altra impronta. "La scelta di Edoardo – aggiunge Frangipane – non è stata una scommessa, ma sono convinto che lui contenga quella fragilità che esprime sul set". Il personaggio secondo l'attore è “un uomo in ascolto, solitario, con un forte rapporto con la natura”.

Se uscirete dal cinema dopo aver visto Dall’alto di una fredda torre, continuerete sicuramente a chiedervi cosa fareste voi nei panni dei protagonisti, coinvolti in una situazione limite con potere di vita o di morte su qualcuno di molto amato, vi chiederete quali elementi – razionali, istintivi, sentimentali – influenzerebbero la vostra scelta. Il finale aperto del film, che torna ciclicamente là da dove era partito, potrebbe spiazzarvi. Ma, come dice il regista: "L’obiettivo è stato sempre quello di non fare un film a tesi, di non dare una risposta, l’idea è che uno esca da quella sala e si faccia quella domanda, quale sarebbe la propria scelta. La non scelta è una scelta. Il pezzettino che può apparire mancante è quello che devono portarci gli spettatori". Vanessa Scalera trova che ci sia poco coraggio da parte delle distribuzioni e delle produzioni verso film diversi e dichiara la propria ammirazione per l'americana A24, che nel suo listino ha pellicole impegnative, che parlano di temi importanti. E quando le chiedono se è convinta, come attrice che il cinema abbia ancora una funzione sociale non ha dubbi: “Certo, se un attore pensa che quello che fa non possa essere condiviso, allora il suo mestiere non ha più senso". Dall’alto di una fredda torre arriva al cinema con Lucky Red il 13 giugno e noi vi consigliamo di vederlo, se vi piacciono i film, appunto, diversi e non mainstream, che mettono in gioco le emozioni primarie, i sentimenti e i dubbi morali.