Interviste Cinema

Cosa sarà: Kim Rossi Stuart, Francesco Bruni e l'elogio della fragilità maschile

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Cosa sarà chiude la Festa del cinema di Roma con un racconto autobiografico fra malinconia e leggerezza. A presentare il film sono arrivati il regista Francesco Bruni e il protagonista Kim Rossi Stuart.

Cosa sarà: Kim Rossi Stuart, Francesco Bruni e l'elogio della fragilità maschile

Arriva a fine Festa del Cinema di Roma 2020 Cosa sarà senza punto interrogativo, da non confondere con la canzone di Francesco De Gregori e Lucio Dalla. Arriva per raccontarci una dolorosa tranche de vie, un'esperienza vissuta in prima persona da Francesco Bruni, che l'ha romanzata, complicata ad arte e trasformata forse per guardarla con altri occhi, forse per superarla, o forse semplicemente per condividerla con gli spettatori.
Cosa sarà non è un diario ospedaliero. E’ sì la storia di un regista che si ammala di un tumore al sangue, ma si concentra più sul tempo che precede il ricovero, narrando un uomo alle prese i rapporti familiari e al centro di qualche rocambolesca avventura che comprende un viaggio. Fra ironia e malinconia, Bruno Salvati naviga in un mare tempestoso, perdendo spesso il timone e la direzione. Il personaggio ha il volto di Kim Rossi Stuart, presente alla conferenza stampa del film insieme a Lorenza Indovina, ai giovani Fotini Peluso e Tancredi Galli e, naturalmente, a Francesco Bruni, che ci teneva moltissimo a uscire nei cinema proprio oggi, 24 ottobre 2020.
"Avevamo fatto una promessa" - dice il regista - e cioè portare il film nelle sale. L'abbiamo mantenuta. Per noi è importante uscire adesso, e quella che sembra una iattura per noi è un motivo di orgoglio. Il Covid è arrivato in momento di fioritura nostro cinema, gli incassi erano in salita, c'erano molte registe donne, grandi nuove leve. Quando questa pandemia finirà, il cinema italiano tornerà a fare bene. Io ho cominciato a lavorare negli anni '90. All'epoca il cinema era poca cosa. Ora vi potrei nominare almeno 15 registi che ammiro e che hanno creato un rapporto con il pubblico".

Anche Bruni ha saputo creare un rapporto con il pubblico, in particolare grazie a Scialla! e a Tutto quello che vuoi, eppure Bruno è un regista in crisi, che si arrabbia moltissimo con un produttore con il volto di Ninni Bruschetta in una scena del film: "Con il produttore di Cosa sarà, Carlo Degli Esposti, non ho mai litigato, ma in quella scena c'è sicuramente l'eco della mia esperienza precedente. Non ho sassolini da togliermi, però, anche se mi è dispiaciuto che Tutto quello che vuoi all'inizio sia stato ignorato, tenuto fermo per un anno e infine fatto uscire di sfuggita. E' una che cosa mi ha fatto soffrire, ma non serbo rancore verso nessuno, perché poi il film ha avuto una vita meravigliosa".

Se pure Cosa sarà avrà una vita meravigliosa, e noi ci auguriamo che possa essere così, il merito sarà stato anche di Kim Rossi Stuart, di cui Bruni era un grande fan e con cui ha parlato a lungo della sceneggiatura: "Ho una grande ammirazione per Kim e ho amato moltissimo i suoi film. A un mese e mezzo dall'inizio riprese mi ha detto: 'Francesco, troviamo tre giorni per parlare’. I tre giorni sono diventati un giorno e mezzo, un tempo nel quale mi sono reso conto di aver dato per scontate molte cose del personaggio e della storia. Abbiamo un po’ rivoluzionato il copione con Kim, che mi ha chiesto di togliere delle cose a Bruno per darle agli altri".
"Ho fatto quello che faccio sempre" - interviene Kim Rossi Stuart - "che sarebbe cercare un dialogo a 360 gradi con il regista. Con Francesco è stato facile, perché è per natura aperto e disponibile. L'approccio al personaggio è sempre quello. Io devo entrare nelle pieghe della scrittura per sentirmi più padrone della materia. E’ stato tutto magnificamente facile, fluido. Una volta innescata la possibilità di dialogare con franchezza e libertà, per quanto il personaggio affronti cose complicate, mi sono ritrovato a fare tutto con grandissima semplicità una volta sul set".

Bruno Salvati è un personaggio pieno di sfumature. In quanto artista, è egocentrico quanto basta, possiede il dono dell’autoironia e soprattutto ha una bellissima fragilità. La forza, nella sua famiglia, sta dalla parte delle donne: di sua moglie Anna e di sua figlia Adele. La prima è interpretata da Lorenza indovina, che spiega: "Noi donne ci siamo rotte di essere forti. Siamo costrette a essere forti perché dire di essere deboli sembra una scusa per non prenderci le nostre responsabilità. Anna è costretta a essere forte, sta tentando di costruirsi una sua indipendenza e cerca una libertà, si vuole emancipare e invece viene travolta da questo evento e, nonostante abbia le giustificazioni per allontanarsi, sta vicino a Bruno, scuotendolo e sostenendolo. Questo suo lavoro di ironia e cinismo è una manifestazione grande forza ma di grande dolore. Ringrazio Francesco Bruni per avermi insegnato ad affrontare le cose difficili". Fotini Peluso, che invece è Adele, aggiunge: "Ammiro la scelta di avere delle donne forti nel film, solitamente veniamo viste solo come esseri dolci, eterei, malleabili. La scelta di rendere solide la figlia, la moglie la dottoressa di Bruno è indicativa di un approccio nuovo, perché mancano personaggi femminili così nel cinema italiano. Adele mi somiglia, perché dice cose che avrei sempre voluto dire io".

Per Francesco Bruni non è però una novità parlare di uomini deboli: "In un'epoca in cui le donne rivendicano la loro forza, gli uomini rivendicano loro debolezza. Stiamo imparando ad accettare la nostra parte fragile. Per me la forza di un uomo non ha a che vedere con la sua virilità. Per me la virtù di un uomo sta nell'ascolto, nell'altruismo e non nel gonfiare i muscoli e battersi il petto. I miei personaggi maschili sono sempre stati fragili. E’ una nuova frontiera del maschio contemporaneo mostrarsi debole".
A volerla raggiungere e oltrepassare, questa frontiera, sono anche Kim Rossi Stuart e la webstar Tancredi Galli, che in Cosa sarà interpreta Tito, il figlio minore di Bruno. "Tito rappresenta la parte fragile della famiglia” - spiega quest'ultimo. "Ho conosciuto Arturo, il figlio di Francesco, e come lui sono introverso e fragile. Mi sono trovato benissimo a interpretare questa parte che è meno importante rispetto a quelle femminili, ma non meno incisiva nell'economia del film".
L'ultima parola è per Kim Rossi Stuart, che dice: "Io sono un grande fan di tutte quelle persone che hanno una sensibilità a fior di pelle, che danno la sensazione di essere esposte. Ho rinunciato il più possibile alle sovrastrutture e penso che tutti abbiamo a una sensibilità come quella di Bruno".

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