Come per disincanto, Amy Adams: "Rivisitare Giselle è un regalo"
Amy Adams e il resto del cast di Come per disincanto, sequel di Come d'incanto a quindici anni di distanza, ci hanno parlato della loro esperienza in questa rimpatriata, in streaming su Disney+.

- Amy Adams, cosa significa per lei Giselle, tra Come d'incanto e Come per disincanto
- Come per disincanto, la scintilla che ha avviato il progetto
- Come per disincanto, i ritorni da Come d'incanto
- I nuovi acquisti di Come per disincanto
Dopo il primo Come d'incanto, torna la Giselle di Amy Adams in Come per disincanto, un sequel a ben quindici anni di distanza, pensato per lo streaming e la piattaforma Disney+: in conferenza stampa l'attrice, gli altri interpreti come Patrick Dempsey, Idina Menzel e Maya Rudolph, nonché il regista Adam Shankman, ci hanno parlato del loro percorso di riscoperta di un film diventato negli anni un piccolo cult, molto amato dal fandom disneyano.
Amy Adams, cosa significa per lei Giselle, tra Come d'incanto e Come per disincanto
Nei quindici anni trascorsi tra Come d'incanto (2007) e Come per disincanto (2022), la carriera di Amy Adams è davvero sbocciata, si è fatta più variegata, l'ha messa alla prova con ruoli diversi, ma l'attrice, dopo sei candidature all'Oscar, non dimentica l'importanza che la principessa Giselle ha avuto per lei. "Col primo Come d'incanto facemmo una scommessa. Amavo Giselle e credevo nel suo spirito. Ci tuffammo senza sapere come sarebbe venuto o se il pubblico l'avrebbe capito. Ricordo che ebbi paura quando lo vidi la prima volta con un pubblico. Fu a Londra, per la prima parte del film gli spettatori erano silenziosi, poi cominciarono a capire cosa stavano guardando. Capirono la purezza di Giselle, fu un momento bellissimo, molto speciale per me. Era all'inizio della mia carriera, questo film significa tanto per me, da molti punti di vista. Rivisitare Giselle a questo punto della mia vita per me è un regalo. Era dentro di me, pronta a saltar fuori di nuovo."
Adam Shankman ammette che sulle prime non era nemmeno sicuro che Amy riuscisse a tornare nella forma mentis necessaria a interpretare ancora Giselle. Ma forse era il momento giusto: "Le cose stavano diventando molto complicate nel mondo, proprio quando abbiamo iniziato a lavorare. C'erano tanti conflitti. Ci è sembrato il momento buono. I pianeti si sono allineati. Il film è arrivato nel momento migliore."
Come per disincanto, la scintilla che ha avviato il progetto
Un sequel dopo quindici anni non è una passeggiata, si parlava da tantissimo tempo di riprendere i personaggi di Come d'incanto, ma Shankman rivela come la situazione si sia finalmente sbloccata: "Stavo parlando con Sean Bailey, il presidente della Disney [la divisione cinematografica, ndr], mi diceva come il progetto fosse arenato, e io gli ho fatto: beh, sai, Giselle ora è una matrigna. È la matrigna di Morgan. E quella per me è stata la scintilla. Servita su un piatto d'argento. È perfetta come idea per un sequel perché lei ora ha questa figlia adolescente che magari non crede più nella magia. Ho detto: partiamo da qui, e poi non ci siamo fermati più. Ma ancora prima tutto è partito da Amy e Giselle."
Amy Adams spiega: "Per me era interessante, perché ci stavamo domandando a che punto fosse Giselle ora. Nel primo Come d'incanto aveva avuto un'evoluzione dall'inizio alla fine del film. Si trattava di continuare quell'evoluzione, domandandosi chi sia ora dopo dieci anni. Allo stesso tempo dovevamo assicurarci che i suoi sentimenti fossero reali, senza perdere la gioia, l'ingenuità e l'innocenza che rendono Giselle così speciale."
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Come per disincanto, i ritorni da Come d'incanto
In quanto sequel, Come per disincanto richiama in gioco diversi membri del cast originale, a parte Amy Adams. C'è per esempio Patrick Dempsey, alias Robert, in questo caso rivisitato in modo particolare (non facciamo spoiler): "Robert all'inizio è più o meno lo stesso, anche se sta cercando un equilibrio tra le sue figlie, senza contare la dinamica del conflitto di Morgan con la matrigna. Poi andare sopra le righe per me è stato liberatorio e davvero uno spasso. Ho anche fatto il turista in Irlanda [dov'è stato girato il film, ndr] e ho lavorato sull'aspetto musical, è stato divertente cantare e ballare."
E a maggior ragione canta Idina Menzel / Nancy, che dai tempi del primo Come d'incanto è poi diventata la voce ufficiale originale dell'Elsa di Frozen: non tutti sanno che nel primo film aveva in effetti due canzoni, e la scena relativa a una delle due fu anche girata, ma poi tagliata. Idina scherza con Alan Menken, come sempre autore della colonna sonora e dei brani: "Una la girammo, ricordo che mi dissero che non sarebbe stata nel film. E io: ma come? Ma apprezzai il tentativo. Ora vi siete fatti perdonare così bene che qui canto una canzone che a stento riuscirei a cantare dal vivo, pure se ci provassi! Ma loro conoscono le nostre voci e scrivono basandosi sulle nostre capacità". Fino a un certo punto però. Menken infatti precisa: "In realtà, più che per scrivere per attori o attrici specifiche, io e Stephen [Schwartz, il paroliere, ndr], nel caso di questo musical, scriviamo per i personaggi e la storia. Partiamo da lì. Il punto è che qui il cast è perfetto."
I nuovi acquisti di Come per disincanto
Maya Rudolph è la "regina" del sobborgo in cui la famiglia si trasferisce ed è in un certo senso la nuova "villain" della situazione, un nuovo acquisto, così come le sue due complici interpretate da Yvette Nicole Brown e Jayma Mays. Maya dice: "Anche se avevo avuto la chance di cantare prima, niente è paragonabile a questo. Sapere che avrei fatto un pezzo di Menken & Schwartz è stato praticamente il coronamento delle ambizioni di una vita intera. Come se mi fossi allenata per una maratona per tutta la vita. Ho vissuto ogni giorno così! Era il sogno della piccola Maya, essere in un musical!"
Gabriella Baldacchino, esordiente, incarna invece la versione adolescenziale della Morgan vista nel primo film, e ha tesaurizzato tutta l'esperienza: "Onestamente, Come d'incanto era il il mio film preferito. Poter lavorare con tutte queste persone è stato surreale. Mi ha cambiato del tutto la vita. Amavo il teatro musicale e il canto, per me quest'aspetto non era nuovo. Ma dare vita a qualcosa che avevano scritto loro è stato proprio un onore. Ho imparato tantissimo. A volte quando Adam dirigeva le scene lo guardavo. Anche Barry [Josephson] come produttore mi ha insegnato tantissimo, aspiro un giorno a diventare producer. È stata come una masterclass giornaliera."