Christoph Waltz ci presenta The Legend of Tarzan - Intervista esclusiva
Nel film in uscita il 14 luglio prossimo l'attore austriaco interpreta un ambiguo soldato deciso a vendicarsi del protagonista.
Ci sono attori che amiamo vedere nel ruolo di "cattivi". Il viennese Christoph Waltz dopo l'exploit di Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino - per il quale vinse il primo dei due Oscar ottenuti grazie alla collaborazione con il cineasta - si è specializzato in questo tipo di personaggi, e nel prossimo The Legend of Tarzan potrebbe confermare la sua capacità istrionica. Il ruolo è quello del capitano Leon Rom, ambiguo soldato deciso a vendicarsi del protagonista Lord Greystoke, meglio conosciuto come Tarzan. Ecco il nostro incontro con Waltz, personaggio che ama recitare anche quando parla con sincerità.
Partiamo subito con una curiosità: nel trailer lei compare in mezzo alla giungla, vestito di bianco con tanto di panama. E' un voluto omaggio al Klaus Kinski di Fitzcarraldo?
Posso dirlo con tutta sincerità, detesto Klaus Kinski. Penso sia stato il peggior modo di recitare e fare l'istrione che possa immaginare. Sono sicuro che il mio sentimento derivi dall'infanzia perché quando lo vedevo in questi film tedeschi mi spaventava a morte.
Ok, passiamo al film. Cosa l'ha spinta a girare una versione di Tarzan?
La storia, lo si capisce fin da subito che è diversa. Il film inizia con Tarzan, Lord Greystoke, che indossa un vestito elegante e si trova a due passi dalla Camera dei Lord a Londra. Ci si chiede: perché dovrebbe voler tornare nella giungla? E' il personaggio di Samuel L. Jackson che sta forsennatamente tentando di convincerlo, la faccenda riguarda il colonialismo selvaggio, l'abuso delle risorse da parte di Leopoldo II, Re del Belgio. L'avorio e le altre ricchezze del Congo vengono letteralmente saccheggiate, e Tarzan è l'unico che può fare qualcosa perché questa razzia venga fermata.
Non si tratta perciò di un adattamento fedele del testo di Edgar Rice Burroughs?
No, ci sono molte differenze. Stanley Kubrick disse una volta. "Se vuoi adattare un romanzo leggilo una volta e poi mettilo via."
Un testo può essere sia un classico che appartenere alla cultura pop, le cose non necessariamente si contraddicono. Avevamo bisogno di vedere l'ennesima versione di Tarzan? Probabilmente no. Per questo abbiamo cercato di capire quale fosse l'aspetto contemporaneo della storia e abbiamo coperto che ce n'erano alcuni che valeva la pena sviscerare. E anche se si rivelasse una visione ingenua questo non significa che comunque non possa raccontare una storia in maniera appropriata. E comunque molto spesso questo tipo di racconti sono quelli che alla fine si rivelano i più sinceri.
L'ingenuità in sé potrebbe essere un aspetto a favore del film. Io andrei a vederlo semplicemente perché è un film d'avventura in 2D, senza l'aggiunta di quel dannato 3D che adesso è ovunque! Funziona lo stesso, io proprio non ce la faccio più a vedere tutti questi film con gli occhiali, è snervante.
L'approccio alla storia sembra avere una rilevanza storico-politica.
Non sono un colonialista ovviamente ma neppure un post-colonialista, non ne so abbastanza, sono processi storici difficili da comprendere, non voglio dire stupidaggini.
La cosa interessante di questo Tarzan è che alla fine hanno bisogno di un selvaggio civilizzato per riuscire a risolvere il pasticcio che hanno reato. L'Europa rimane oltraggiata da un lato e ipocritamente partecipante dall'altro, ma non riesce a farci i conti.
Ha già visto il film? E' come se lo aspettava?
No, è molto migliore di quanto potessi immaginare. Mi aspettavo belle immagini, ma in realtà sono fantastiche. E alcune cose sono raccontate meravigliosamente. Sono felice del film senza riserve? No. Ma sono contento di come molti aspetti sono stati rappresentati. Il lato dell'intrattenimento è assicurato: come disse Bertolt Brecht: "Non si possono escludere gli ignoranti." Era molto difficile trovare l'equilibrio tra lo spettacolo e l'importanza del messaggio in questo Tarzan, e sotto questo punto di vista hanno fatto un gran lavoro.
Perché non è contento interamente del film?
Perché non ho avuto nessuna scena insieme al mio amico Samuel L. Jackson. Ci incontravamo nel parcheggio invece che sul set. Peccato perché adoro lavorare con Sam. Questo è probabilmente il maggior rimpianto che ho riguardo Tarzan.
Lei cambia approccio a un personaggio quando deve recitare un film in costume come questo, una commedia come Come ammazzare il capo 2 oppure un film di Tarantino?
Ci si comporta diversamente se vai al Teatro dell'Opera oppure al cinema porno dietro casa tua? Certamente. Anche se a pensarci sarebbe divertente entrare in una sala a luci rosse col vestito elegante e il portamento pomposo di chi va all'Opera. O viceversa ovviamente! E' il mio lavoro, quello che faccio per vivere. Mi vengono spedite delle sceneggiature, se i personaggi che mi chiedono di interpretare solleticano il mio interesse o le storie mi paiono buone accetto la proposta. Penso sia l'approccio migliore per ricordare a me stesso che sono un artigiano, non un artista e decisamente non un intellettuale. Le mie opinioni non sono necessariamente importanti per il mio lavoro, le azioni lo sono: trasformo in azioni il pensiero di altri, questo è ciò che faccio.
Perdoni la sincerità, ma lei non sembra avere il fuoco interiore che di solito ostentano gli attori con la "A" maiuscola.
Non recito sempre per provare emozione. Anche se nel caso di Tarzan vedere un'antica rovina alta quaranta metri ricostruita per intero, oppure milioni di litri d'acqua liberati per riprodurre un fiume, qualche volta è stato emozionante. Allora vai sul set, provi un po' le battute, poi giri le scene in cui ti inzuppi per ore, finisci di girare bagnato fino al midollo, torni a casa e non te ne frega più niente dell'eccitazione della mattina.
E tornare a recitare a teatro la emozionerebbe?
Ho fatto teatro per anni, adesso posso sopravvivere senza di esso. Ci sono attori che devono tornare a sentire a tutti i costi il rapporto diretto con il pubblico. Ecco, io non sono uno di quelli. In effetti è abbastanza stressante stare davanti a tutte quelle persone ogni sera.
The Legend of Tarzan, il film di David Yates con Alexander Skarsgård, Margot Robbie, Samuel L. Jackson, Christoph Waltz, Ella Purnell, Djimon Hounsou e John Hurt, arriva nei cinema italiani il 14 luglio prossimo: