C'era una volta Angela Fontana, la ragazza che amava i silenzi e David Lynch
Abbiamo incontrato l'attrice, che vedremo presto in Io, Leonardo, al festival sardo Creuza de Mà.
Non sono più un corpo solo, nonostante l'affetto viscerale che le lega fin da bambine, Angela e Marianna Fontana. Le gemelle siamesi di Indivisibili che hanno studiato insieme canto e recitazione, e che nelle interviste completavano l'una le frasi dell'altra, hanno imparato a camminare da sole, o meglio a restare separate davanti alla macchina da presa. Marianna è stata una donna libera e spregiudicata in Capri-Revolution di Mario Martone e adesso è impegnata con la serie Romulus, dove si esprime con disinvoltura in protolatino. Angela, invece, è stata diretta da Marco Tullio Giordana in Due soldati e ha recitato in Likemeback di Leonardo Guerra Seràgnoli e in Lucania - Terra, sangue e magia, il film di Gigi Roccati che fa parte del programma della tredicesima edizione di Creuza de Mà. Angela è stata orgogliosa di accompagnarlo a Carloforte, come ci racconta seduta su una poltrona rossa della sala Mutua. E’ minuta e sorridente, e molto bella, talmente bella che non ha avuto bisogno di truccarsi. Ha i jeans e le scarpe da ginnastica e sembra un'adolescente, ma parla come una donna, una donna forte e decisa proprio come la Cecilia Gallerani che ha interpretato nel film con Luca Argentero Io, Leonardo e che il geniale Da Vinci ha ritratto nella Dama con l'ermellino.
Fra poco ci sorprenderai nei panni di una figura storica che avrebbe certamente incontrato le simpatie delle "ragazze" del #MeToo…
Cecilia Gallerani era una donna-ragazza perché quando è stata dipinta da Leonardo aveva 16 anni. Aveva una forte intelligenza e una grande cultura. Interpretarla e studiarla è stato interessante. Nella sua vita ha riunito tantissimi artisti, ha formato un salotto letterario. Oggi sarebbero in molti ad apprezzarla e a prendere ispirazione dal lei e dalla sua indipendenza.
Com'è il Leonardo di Luca Argentero?
Molto interessante. Non posso dirvi nulla. Lo vedrete al cinema. E’ molto bello, e Jesus Garces Lambert, che è il regista del film, è veramente bravo.
Il pubblico delle sale cinematografiche vedrà Io, Leonardo a partire dal 2 ottobre. Gli spettatori di Creuza de Mà, invece, hanno visto, ieri sera, Lucania, in cui interpreti una ragazza muta: una bella sfida che non tutte le attrici avrebbero accettato…
Mi affascinava l'idea di impersonare una ragazza che non parla e che rivela il proprio essere attraverso il silenzio e la danza. Sono affascinata dai film in cui non si parla molto, non so bene perché. Diamo sempre molta importanza alla parola, dimenticandoci del corpo e dell'espressione fisica delle emozioni. A me invece è sempre piaciuto il cinema senza parole, il cinema muto, per esempio, mi ha incuriosito fin da bambina.
Insomma è stata una bella esperienza…
Bella, sì, e soprattutto sensoriale. Mi ha arricchito tantissimo anche per l'atmosfera dei luoghi impervi e isolati in cui abbiamo girato.
A proposito di film che sono esperienze sensoriali, so che sei una grandissima fan di David Lynch...
Lo adoro. Amo alla follia Velluto blu. Tutti i film di Lynch sono per me fonte di ispirazione, prima di tutto perché David è un grande sperimentatore. Inoltre anche lui è un musicista e ha un rapporto con la musica molto interessante. Poi fa meditazione trascendentale… I suoi film sono un'esperienza visiva e sonora. Non mi importa capirne fino in fondo il significato. Sono difficili da comprendere, soprattutto per chi non è un esperto di cinema, però mi affascinano incredibilmente.
Tu hai cominciato con la musica. E’ vero che da ragazza sei andata con tua sorella Marianna in America a cantare?
E’ stato un caso. A 14 anni trovammo un produttore che ci portò a fare un tour in America con altri ragazzi e quindi ci siamo esibite ad Atlantic City al Taj Mahal, a Chicago, in Connecticut, a New York. E’ stato un lungo giro entusiasmante perché abbiamo conosciuto tante realtà diverse, anche enormi, è stato bello, anche perché negli Stati Uniti la gente va matta per gli italiani.
Ma tu ci andresti negli States a recitare?
Certo. E’ una realtà affascinante. Hollywood mi piace, mi stimola, i film e le opportunità sono diversi, però credo che l'Italia sia un paese creativamente ancora molto interessante. Mi piacerebbe tentare fortuna laggiù, magari non adesso, adesso mi piace stare e lavorare qui.
Non è che ora il cinema e la recitazione ti sembrano un po’ più la tua casa rispetto alla musica?
La musica è sempre presente nella mia vita, e la musica, se ci pensate, nasce ben prima del cinema, però è già un bel po’ che vanno di pari passo. Senza la musica non c’è il cinema e senza il cinema non c’è la musica, perché tante emozioni te le regala proprio la musica, ma credo che ora la recitazione sia la strada più giusta per me.
E’ bello che tu e Marianna abbiate trovato ciascuna una propria strada. Come attrici, siete diverse? Quanto vi aiutate?
Mi emoziono tanto quando guardo mia sorella recitare. Ognuna ha certamente un suo modo e un suo stile, ma non saprei definirli. Ci confrontiamo, ci consigliamo spesso. Quando giro un film, mi capita di chiamarla, di raccontarle com’è andata una scena, di chiederle se sia il caso che provi ad affrontarla in maniera diversa. E lei c’è sempre per me.
E’ vero che avete conosciuto Edoardo De Angelis prima di Indivisibili per un provino e che l’incontro non è andato a buon fine?
L'abbiamo conosciuto quando avevamo 16 anni, cercava un'attrice per un suo corto, Vieni a vivere a Napoli, ma non ci prese perché la protagonista era più grande, però da lì è nata un'amicizia. Quando avevamo 18 anni, l'abbiamo risentito, ed è stato allora che è cominciata la magnifica avventura di Indivisibili.
A parte De Angelis, quali sono i registi italiani che preferisci?
Mi piace tantissimo Giuseppe Tornatore… e poi Matteo Garrone. Che sogno sarebbe lavorare con lui!