Bianca come il latte, rossa come il sangue: i colori della gioventù
Abbiamo incontrato regista e protagonisti di Bianca come il latte, rossa come il sangue

Il nostro cinema è sempre alla ricerca di storie che possano interessare una fascia di giovani e giovanissimi che difficilmente vedono film italiani. In questo scenario va inquadrato l’adattamento del romanzo di grande successo di Alessandro D’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue, affidato a Giacomo Campiotti, regista del piccolo classico sull’adolescenza Come due coccodrilli.
La storia del film è quella di Leo, un ragazzo di 16 anni come tanti, il cui unico dramma è vincere la timidezza e conquistare il cuore di Beatrice, la compagna di scuola di cui è innamorato, con l’aiuto della sua migliore amica, a cui confida ogni suo segreto. Proprio quando avrà trovato il coraggio di parlare alla sua platonica amata dovrà starle vicino durante il decorso violento di una grave malattia.
Il film è stato presentato alla stampa alla presenza del regista e degli interpreti: Filippo Scicchitano, il protagonista di Scialla!, la francese Gaia Weiss, Aurora Ruffino e gli “adulti” Luca Argentero, nei panni di un professore sognatore e idealista oltre a Flavio Insinna e Cecilia Dazzi, i genitori apprensivi.
Giacomo Campiotti ha molto lavorato nelle fiction ed è tornato al cinema a distanza di otto anni da Mai + come prima: “ho fatto dei film per la televisione che ho molto amato e di cui sono molto fiero. Distinguo solo fra storie che mi interessano o no. Ho fatto film visti da nove milioni di persone che stanno girando in tutto il mondo. Cerco di mettere lo stesso amore e impegno in tutte le cose che faccio. Non conoscevo il libro, ho letto prima la sceneggiatura, ma ho capito presto perché mi è stato proposto. Credo sia totalmente nelle mie corde, ho fatto molti film sull’adolescenza, un’età della vita che sento vivissima in me, in cui si è in bilico fra tanti sogni e i primi problemi della realtà. L’invito a non abbandonare sogni e speranze alla ricerca di una vita consapevole e piena di gioia mi corrispondeva tantissimo. Sono laureato in pedagogia, ho quattro figli e vivo in mezzo ai ragazzi perché, purtroppo, mi stimolano molto più degli adulti. Mi sono molto divertito ad usare un linguaggio diverso rispetto alle fiction, ogni storia va raccontata in un certo modo.”
È opinione unanime di tutti i presenti che la vera forza di questo film siano stati i ragazzi. I non professionisti e quelli che invece una carriera l’hanno già iniziata, come Filippo Scicchitano: “la prima impressione è stata molta compassione per la situazione che il mio personaggio affronta, ho cercato di analizzare il contesto, il modo in cui Leo affronta la malattia.”
Un grande entusiasmo lo ha sicuramente dimostrato anche Aurora Ruffino, la migliore amica di Leo, di cui è segretamente innamorata da anni: “ho lottato tanto per questo film durante i provini, avevo letto il libro e me ne ero innamorata. Mi ha lasciato tanta ricchezza e gioia dentro, si basa sulla fede e la speranza che vanno oltre la morte e il dolore. Mi è sembrato proprio un inno alla vita.”
Per scegliere la rossa amata del protagonista i produttori sono andati in Francia, scegliendo la modella Gaia Weiss che ha parlato con passione del progetto e raccontato come si sia preparata al ruolo leggendo un diario scritto dalla figlia di uno zio morta a 16 anni di leucemia.
Bianca come il latte, rossa come il sangue è un film che si pone domande importanti, parla della malattia, della morte, con uno spirito evidentemente religioso, fra martirio cattolico e sofferenza. Non stupisce, quindi, che sia il primo progetto cinematografico di una casa di produzione di grandi fiction televisive a tema religioso come la Lux Vide di Matilde e Luca Bernabei. “Se togliessimo la parola Dio dalla letteratura non rimarrebbe quasi più nulla -ha dichiarato l’autore del libro e cosceneggiatore Alessandro D’Avenia- trovo strano che ci si scandalizzi, mi sembra ci siano troppe pretese ideologiche, ma la domanda di Dio è presente nei giovani, in classe quando spieghi Dante, ma anche nella quotidianità. Questa storia, legata ad un’esperienza personale, nasce dal tentativo di capire se facendo a botte con la morte qualcosa si salva. Il mio era diventato un braccio di ferro con Dio, non mi sembrava ci volesse bene come ci veniva raccontato. Il libro è la sommessa confessione di un tentativo di dialogo. Possibile che non possiamo affrontare i temi che abbiamo tutti in comune, nascondendoci spesso con delle maschere?”
Sulle tematiche e gli interrogativi che il film pone il regista si fa appassionato ed espone il suo punto di vista: “penso che un aspetto positivo di questa crisi, senza minimamente volerla minimizzare, possa essere che le persone vanno più nel profondo. Può diventare la grande occasione di questi anni. Un momento in cui abbiamo voglia di cercare valori più profondi. Da dove vengo e dove vado sono domande naturali, trovo allucinante semmai che non fossero poste prima, non che lo siano ora.”
D’Avenia è un professore e i suoi studenti hanno partecipato in prima persona al libro, con suggerimenti e critiche: “i ragazzi con cui è nata questa storia erano allievi di quarta ginnasio di un un liceo milanese. È un regalo della vita che ora l’uscita del film coincida con la loro maturità.”
Passando a tematiche più profane non tutti hanno avuto un professore di lettere così appassionato e affascinante come Luca Argentero, che si è detto, come Flavio Insinna, molto colpito dalla bravura dei suoi giovani colleghi, ma anche dal suo personaggio che “nutre un enorme amore per quello che fa. È un professore sognatore, prova naturale empatia verso i ragazzi. Trova i suoi studenti in un momento delicato di formazione e ogni parola ha un grosso peso. Non si può permettere insicurezze, indecisioni, il dubbio genera immediatamente sfiducia.”
I Modà hanno sposato con entusiasmo il film collaborando alla colonna sonora con alcune canzoni che proporranno dal vivo la sera del 4 aprile, giorno di uscita in sala, al cinema The Space Moderno e via satellite in oltre 250 schermi di tutta Italia.