Anche senza di te: presentata la commedia sentimental-sociale con Myriam Catania e Nicolas Vaporidis
Francesco Bonelli esordisce nella regia con la storia di una donna smarrita che "si salva" grazie a un metodo di insegnamento.
Francesco Bonelli non è un esordiente qualunque. In realtà, anche se fino a oggi non aveva mai diretto un film, non possiamo nemmeno considerarlo un regista alle prime armi, perché di set cinematografici e di macchine da presa il "ragazzo" ne intende, e parecchio. Oltre ad aver fatto l'attore (interpretando per esempio il giovane protagonista di Voltati Eugenio), è stato assistente alla regia di Duccio Tessari, di Francis Ford Coppola per Il Padrino - Parte 3 e di Ettore Scola, che ancora oggi ritiene il suo più grande modello e la fonte di ispirazione di Anche senza di te.
Dall'autore di C'eravamo tanto amati e La famiglia, Bonelli ha preso in prestito innanzitutto la mescolanza di toni, facendo della sua opera prima una commedia sentimentale ma anche sociale, che parla di spaesamento e di necessità di rivedere il sistema scolastico-educativo. "Il mio maestro" - racconta il regista durante la conferenza stampa di presentazione del film - è sempre stato Ettore. La cura nei dialoghi che penso ci sia in Anche senza di te la devo al grandissimo esercizio fatto insieme a lui. Scola distingueva in modo rigoroso la farsa dalla commedia, il mio film è una commedia, non una farsa. Noi tendiamo a chiamare commedia tutta una serie di vaudeville filmati, per esempio i film di Natale. La vera commedia ha invece radici dolentissime. In Anche senza di te abbiamo voluto rinunciare alla risata a crepapelle per far sorridere attraverso l'emozione. E poi volevamo raccontare il disagio enorme di un personaggio che vede crollare uno a uno tutti i suoi riferimenti".
Il personaggio in questione è una ragazza di nome Sara che comincia a soffrire di attacchi di panico e di allucinazioni e che viene lasciata dall'uomo che sta per sposare. Fa la maestra in una scuola elementare di Taranto dove cerca di mettere in pratica un nuovo metodo di insegnamento: quello di Loris Malaguzzi. A interpretare il personaggio è Myriam Catania, innamorata fin dall'inizio del progetto e delle idee del suo regista: "Vorrei ringraziare Francesco" - dice ai giornalisti - "che ha raccontato con grande passionalità il mondo femminile. Per me questo film è stato un gran regalo, devo ringraziare anche le donne produttrici così come Taranto con il suo mare gigante. Dopo aver letto l'ultima pagina della sceneggiatura, ho subito provato un gran sollievo. Avevo appena partorito e non mi sentivo a mio agio. Per me Anche senza di te è un film con un sapore retrò ma che tratta temi attuali come gli attacchi di panico, cosa che conosco bene e per cui mi sono subito riconosciuta in Sara. Mi piaceva molto, infine, che si parlasse dell'insegnamento e della formazione dei bambini piccoli".
Dell'approccio pedagogico di Malaguzzi, fondatore della filosofia educativa reggiana, parla con entusiasmo Francesco Bonelli, spiegando che quando Malaguzzi iniziò la sua attività la maggior parte degli insegnanti elementari era composta da suore e rammaricandosi per il fatto che il suo sistema ha trovato scarsa diffusione in Italia, dove l'educatore fu osteggiato e bloccato perché comunista: "Credo sia un sistema molto efficace che insegna non a controllare le emozioni, ma a riconoscerle, quindi non a reprimerle e contenerle, ma ad accettarle. Il metodo di Reggio Emilia per esempio insegna ai bambini come gestire la rabbia. Se si impara a farlo da piccoli, da grandi le cose vanno meglio. Mi sembrava giusto inserire questo tema in un film, un film che raccontasse la cosa che mi interessa di più al mondo, che poi è la mente umana".
Della sua attrice protagonista il regista dice invece: "Myriam ha fatto un lavoro enorme sul personaggio, che nella sua follia e il suo disordine ha la forza di essere vincente e riesce a curarsi attraverso il lavoro. Myriam ha la capacità di essere uno splendido ibrido fra Amélie e Bridget Jones. Ha una grande ironia".
Sulla Sara di Myriam Catania ha qualcosa da dire anche l'altro protagonista e insegnante di scuola elementare del film, Nicolas Vaporidis: "Sara è una donna che deve decidere se vivere all'ombra di un uomo ricco e ambizioso o assecondare le sue emozioni più vere insieme a un maestro elementare con un stipendio basso. Lei diventa padrona del proprio destino, ed è questa la differenza fra la nostra storia e una normale commedia romantica. Questo film mette l'accento sulla bellezza delle fragilità femminili. Penso che gli uomini debbano accettarle e abbracciarle".
"Il mio Nicola" - continua Vaporidis parlando del personaggio che interpreta - "E’ una persona normale, una delle persone normali di un film che non è assolutamente fatto di superuomini. Chiunque può riconoscersi nel suo percorso, che è il percorso di una persona per bene. Nicola ha perso la moglie e quindi è spaventato dalle emozioni, vive in una sora di Limbo e l'incontro/scontro con Myriam gli permette di ricredersi sulla vita. Il loro è un amore graduale, che nasce dalla stima e non c'entra niente con lo Sturm und Drang che siamo abituati a vedere al cinema, e questo è bello".
Il fidanzato egocentrico di Sara ha invece il volto di Matteo Branciamore, che si diverte a condividere con i presenti la definizione che di lui ha dato il regista: "Francesco mi ha parlato di un principe azzurro velenoso. In un certo senso Andrea è l'alter-ego del personaggio di Nicolas, lui però non aiuta Sara, pensa solo al lavoro, è un carrarmato".
"Io non lo vedo come un personaggio negativo" - interviene Bonelli. "Andrea ha le sue ragioni perché si trova di fronte a un muro sociale completamente sleale. E’ un cattivo con delle complessità. Nel privato è una frana, ma professionalmente combatte una giusta battaglia".
Nel cast di Anche senza di te c’'è infine Alessio Sakara, che per chi non lo sapesse è un celebre campione di MMA (Arti Marziali Miste) e che non aveva mai recitato prima d'ora: "Quando mi è stato detto che ruolo avrei impersonato, sono stato felicissimo, già il nome, Carlone Gambalunga, mi piaceva un mondo. Mi sono sentito molto vicino al personaggio di un pornoattore, perché io combatto nelle gabbie e credo che entrambi i mestieri vengano mal interpretati. Mi è capitato spesso di sedermi di fronte a qualcuno che pensava di avere a che fare con un buzzurro e che poi, sentendomi parlare di storia e di filosofia, si è dovuto ricredere e ha sentito il bisogno di dire, poco carinamente: ma allora nelle gabbie studiano pure!".