Aaron Eckhart a Milano parla di I, Frankenstein e dell’invidia per Justin Bieber
L’attore interpreta la “creatura” di Mary Shelley in una nuova versione gotica ricca di azione e parla del suo recente debutto su Twitter
La “creatura”, per eccellenza, è riportata in vita sul grande schermo da Stuart Beattie . Adattando la versione fumettistica della Darkstorm, il regista sceglie un protagonista non immediatamente associabile a una figura mostruosa. Poi, ripensando all’Harvey Dent de Il cavaliere oscuro non si tratta di una scelta così strampalata. Aaron Eckhart è a Milano per promuovere questa versione action gotica di I, Frankestein, a due passi dai gargoyle del Duomo.
In conferenza stampa Eckhart suscita immediata simpatia per il sorriso che non lo abbandona mai e per i modi a metà tra il gentleman fascinoso e l’amico di bevute (a fine incontro si farà fotografare con tutti chiedendo a ognuno what’s your name?) . “Abbiamo pensato molto a come avrebbe dovuto apparire questa creatura, cercando una figura che fosse più accessibile a livello estetico, con cicatrici su tutto il corpo sì, ma senza bulloni sul collo. Doveva essere un personaggio agile che potesse combattere e difendersi, più umano che mostruoso” racconta l’attore. “Sono un grande fan del libro, ho visto le versioni del mostro che si sono avvicendate al cinema, ma è stata proprio la figura del libro di Mary Shelley a sedurmi, quest’uomo in cerca di uno scopo nella vita, in cerca di un’anima”.
I, Frankenstein è un action movie in cui la creatura sopravvive dal '700 ai giorni nostri trovandosi in mezzo a un'eterna, e sconosciuta per gli umani, battaglia tra demoni e gargoyle. Eckhart non si risparmia nelle sequenze d’azione, ma non sarà spettatore di se stesso. “Quando un attore rivede un proprio film, non è mai come se lo è immaginato mentre lo stava girando. Io di solito non li rivedo i miei perché voglio preservare quella sensazione positiva di come me li sono vissuti”.
L’attore ha debuttato da poco su Twitter. Si
diverte e diverte mentre racconta dell’invidia che prova verso Justin
Bieber con i suoi 48 milioni di follower, mentre lui arriva a malapena a 10
mila.
Ma il social network è un’arma a doppio taglio, perché “ci
sono persone che ti dicono cosa pensano di te nei tuoi film. Magari ti svegli, è una
bella giornata poi leggi un tweet che te la rovina”.