Interviste Cinema

2028: La ragazza trovata nella spazzatura, incontro col cast del film distopico polacco vincitore del Fantafestival

Arriverà al cinema il 23 marzo, distribuito da PFA Films e Cooperativa Cinema Mundi, 2028: La ragazza trovata nella spazzatura, il film polacco che ha vinto lo scorso Fantafestival. Ne hanno parlato il regista/protagonista Michal Krzywicki e la sua partner, Dagmara Brodziak.

2028: La ragazza trovata nella spazzatura, incontro col cast del film distopico polacco vincitore del Fantafestival

Sono tornati a Roma per presentare ufficialmente l'uscita del loro film il 23 marzo nei cinema italiani il regista e protagonista polacco Michal Krzywicki e la sua compagna, in arte e nella vita, Dagmara Brodziak. 2028: La ragazza trovata nella spazzatura ha vinto il Fantafestival a giugno 2022, proprio dove li incontriamo, al Nuovo Cinema Aquila, e adesso questa giovane coppia di attori (entrambi 33enni) avrà la soddisfazione di vedere uscire nel nostro Paese quella che è la loro opera prima come autori, un film indipendente, piccolo e a tratti un po' ingenuo, ma recitato benissimo e con molti spunti interessanti.

2028: La ragazza trovata nella spazzatura è ambientato a Varsavia, in una Polonia dove è stata messa a punto una tecnica per rendere innocui i criminali e accontentare quelli che non vogliono mantenerli in carcere. Vengono rasati a zero, e con l'applicazione di un collare di metallo che inietta una droga, la Vaxina, perdono qualsiasi ricordo e sentimento. Sono, né più né meno, automi, non parlano, non hanno un nome e vengono utilizzati per le mansioni più umili e ripetitive, ma anche umilianti. Simon Hertz è un attivista che protesta da sempre contro questo sistema, e da quando la sua compagna, Julia, è sparita misteriosamente, ha perso la voglia di vivere. Così annuncia sul suo canale youtube che come atto estremo di protesta si suiciderà in diretta l'ultima notte dell'anno e tutti stanno aspettando quel momento, a partire dal suo avvocato che si frega le mani per i ricavi pubblicitari che ne verranno fuori. Ma proprio la mattina del 31 Simon trova, nella spazzatura, un'automa, impaurita e senza collare e intraprende con lei un viaggio alla ricerca di un'ultima speranza nell'umanità, ben sapendo i rischi che corre.

Non si tratta di un film con grandi effetti speciali o ambizioni, anche se fa ampio uso di metafore e può ricordarne altri: è una Polonia molto simile a quella odierna, quella raccontata nel film, un mondo orwelliano dove però, dice Michal Krzywickii: “i protagonisti non sono ancora stati schiacciati mentalmente e alla fine scelgono la libertà”. Nel loro viaggio, infatti, pian piano la ragazza (che da una pubblicità televisiva prende il nome di Blu) ricomincia a vedere il mondo a colori, a riconoscere gli amici e la natura, a imparare di nuovo a riconoscere le sensazioni e i sentimenti. Nel tentativo di portarla in Svezia, dove gli automi vengono accolti e curati, Simon torna a sperare con lei. Quando chiediamo a Dagmara Brodziak se ci sia implicitamente una critica verso il regime politico polacco, soprattutto nei riguardi dei diritti delle donne, ci risponde che l'idea di questo film è nata nel 2017 e non avevano intenzione di fare un film politico, anche se poi questo aspetto è affiorato. “Più della politica – dice Michal - “ci preoccupa la divisione che c'è oggi nella società, la facilità che hanno le persone di provare odio, per le donne, gli immigrati, per chi ha la pelle di un altro colore o professa un'altra religione. Non vediamo più nell'altro una persona che vorrebbe solo amare e vivere, come noi”. Dagmara ci tiene a sottolineare l'importanza nel film dei bruchi e delle farfalle, scelti come simbolo di trasformazione e libertà.

Quanto ai significati del film, l'attrice ha detto che un'idea che l'ha guidata durante le riprese è che “quando il mondo esterno sembra orribile e opprimente dobbiamo guardarci dentro, nel nostro piccolo mondo interiore. Bisogna curarlo ed esporlo al mondo esterno, per me è l'unica via di salvezza”. Essenzialmente, infatti, 2028: La ragazza trovata nella spazzatura è una storia d'amore e di speranza, “per questo – dice ancora il regista – abbiamo lasciato un filo di luce nel finale, che resta aperto, sulla loro scelta di libertà. Il personaggio di Simon “era chiuso nel suo piccolo mondo, ma attraverso questa ragazza conosce un'altra realtà. I polacchi vengono spesso accusati di essere malcontenti e lamentosi, ma io penso che se ci sforziamo di cambiare noi stessi potremo cambiare anche le cose”. Un messaggio, insomma, positivo e ottimista quello dei due autori e insieme un'esortazione all'azione. Nella finzione, i due sono estremamente credibili e dimostrano un'ottima padronanza della loro arte. Il compito più difficile è toccato a Dagmara, che recita spesso nuda e con la testa completamente rasata (quella che vedete nella foto del film è una parrucca).

Per aiutarla ad affrontare questa difficile sfida, racconta, ha avuto due coach, perché non parlando mai si esprime solo col corpo e con gli occhi e ovviamente è stato determinante per la performance proprio l'essersi sottoposta a questo trattamento. “L'aspetto del personaggio è quello che mi ha permesso di entrarci dentro, mi sono sentita immediatamente depersonalizzata, spogliata di tutti gli attributi femminili che nel mondo odierno vengono sottolineati ed esasperati. Lo shock però è venuto dopo, quando mi guardavo allo specchio e da Blu dovevo tornare Dagmara, ricostruire da capo la mia personalità, che non dipende dai capelli ma da come sono. Mi hanno assistito un ballerino di danza Butō (una forma artistica nata in Giappone negli anni Cinquanta, fatta di movimenti e smorfie grottesche e spesso non coordinate, ndr) che è piuttosto brutale, sgraziata, per il movimento. Poi ho avuto un'insegnante di meditazione che mi ha preparato mentalmente proprio a riscoprire i sensi, che sono come addormentati in lei all'inizio del film”. Una prova attoriale indubbiamente impegnativa e riuscita alla perfezione, come potrete vedere dal 23 marzo al cinema in 2028: La ragazza trovata nella spazzatura, che uscirà – non siate pigri – in versione originale sottotitolata.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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